Caro Sergio,
è stato un piacere condividere con te un lungo tratto di vita.
Ci hai conosciuti quando ancora eravamo bambini e insieme a nostro padre sei stato uno dei punti di riferimento nella nostra crescita professionale. Con te abbiamo combattuto tante battaglie lavorative e molti sono stati i successi, ma di te ci resterà sempre e soprattutto il ricordo di un uomo che ha saputo affrontare con piacere e onestà l’avventura della vita.
Quando, in occasione del cinquantesimo anno di attività della nostra azienda di famiglia, abbiamo deciso di scrivere un libro, tu ti sei subito reso disponibile e hai contribuito alla stesura improntando il capitolo Plastiric e non solo. Oggi il libro non è ancora stato terminato, e mai ci saremmo aspettati di inaugurare alcune pagine in questa occasione. Le tue parole però esprimono meglio di ogni elogio la tua straordinaria persona, collaborativa, rispettosa e professionale; presente nella nostra famiglia sin dai primi anni 70, all’inizio in Inverplast e poi in Plastiric fino ad oggi.
Riteniamo allora, non ci sia modo migliore di ricordati che leggere alcuni tuoi passi.
I primi incontri ad Albignano d’Adda
La mia presenza ha origine nel novembre ’70. Il buon Giannino Baccaglioni, venditore del famigerato Microcarb, mi contattò in Eurocavi durante una delle sue visite istituzionali di rappresentanza. Chiese la mia disponibilità a un incontro con un certo signor Invernizzi per valutare se sussistevano le condizioni per la costituzione di un rapporto societario destinato alla produzione di compounds di PVC.
Dopo un mio primo assenso, più che altro generato da una curiosità da “conciergerie”, fissammo l’appuntamento in Albignano, località a quei tempi a me sconosciuta. Durante il tragitto in auto del Baccaglioni – auto allora mio sogno e desiderio motoristico, una Giulia 1600 Super – raggiungemmo Albignano senza poter veder altro che le righe bianche di delimitazione della carreggiata stradale a causa di una spessa nebbia.
Durante l’incontro si posero le basi di una collaborazione che durò diversi anni. In quel periodo era consuetudine che mi recassi il sabato mattina ad un confronto tecnico ed esistenziale che finiva a pranzo a casa di Invernizzi.
Per questa mia frequentazione “mangereccia” sono stato accusato di ogni sorta di nefandezza, quella più vergognosa è di aver affamato la prole Invernizzi, a detta di padre e figli, in quanto la mia celebre debolezza alle sollecitazioni culinarie provenienti da quelle tenere bistecche, cotte nel burro, dicono che li abbia privati di altrettanto piacere. Ragazzi, se volevate condividere il desco, dovevate essere più puntuali nel rientro da scuola!
La mia collaborazione in Inverplast continuò fino al ’76, quando fui chiamato alla Plastiric.
Il tuo arrivo a Piobbico
Nei primi giorni di maggio del 1976, Invernizzi durante un incontro del sabato presso la sua ditta, mi mise a conoscenza del fatto che aveva costituito una società con il cognato Cremonesi e un certo signor Rossi imprenditore pesarese. Mi domandò se ero interessato a occuparmi della nuova società.
Chiesi qualche settimana di riflessione e il 30 giugno mi recai a Piobbico. Resomi conto della situazione, animato da spirito di arricchimento professionale e ammaliato dalla sindrome della strega di Biancaneve – chi è il più bravo del reame (io o il sistema?), diedi il mio incondizionato consenso.
Iniziai il pieno coinvolgimento nell’avventura il 30 settembre ’76 con una trafila bivite Bausano. I primi tempi sono stati una ‘missione quasi impossibile’: c’era da combattere contro una mentalità totalmente diversa dalla mia ‘nordista’; anche se contribuivi a creare posti di lavoro, ti guardavano con una certa diffidenza.
L’esempio dell’Enel
Una volta, dopo una nevicata di modesta entità, alle 15.30 rimanemmo senza corrente. Nonostante le nostre continue sollecitazioni la normalità di fornitura ritornò solo alle ore 10 del giorno successivo. Alle mie rimostranze del disservizio, il responsabile Enel di Urbino esordì col dire: ‘Vede Lucchini la nevicata si è verificata troppo presto (07 novembre), le querciole tenevano ancora le foglie e il disservizio è dovuto a questa causa. Circa l’informazione agli utenti, noi non siamo abituati a comunicare con la clientela. Ma se per i vostri lavori è di rilevante importanza, vedremo di avvertirvi.
Il tuo orgoglio, la Plastiric oggi
Oggi le cose sono radicalmente cambiate. La gente – recepito il fatto che la Plastiric in questi suoi quarant’anni di attività è sempre stata rispettosa dei diritti di terzi e si è sempre mossa nel rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti – ha cambiato atteggiamento, considerandola attrice di ricchezza per la comunità.
Il mondo si evolve e penso che qualche, se pur infinitesimo merito, sia anche della Plastiric.
Io sono fiero di aver contribuito con Invernizzi alla fondazione di questa società e sono fiero di aver quotidianamente discusso, anche in forme ‘forti’, per fare in modo che la Plastiric potesse crescere e affermarsi. Ribadisco che la Plastiric è Invernizzi. Nonostante la sindrome della strega che mi ha permeato in tutta quest’avventura, Lucchini è ed è stato solo un gregario.
RINGRAZIAMENTI
Grazie Sergio,
la nostra presenza oggi qui, seppur per noi insolita, è per dirti grazie di aver percorso con noi un lungo tratto di vita ed averci aiutato a crescere professionalmente oltre che aver fatto crescere Plastiric.
Lo facciamo stando vicini ai tuoi amati famigliari in questo momento di dolore, per dire loro a nome di Plastiric, Inverplast, Pentaplast e Inverfin con tutti i rispettivi collaboratori, che non dimenticheremo mai l’apporto, l’impegno, la dedizione, l’umorismo e le capacità professionali di un responsabile speciale, di nome Lucchini, fondatore dell’unità produttiva di Piobbico, e per ricordare che per noi la Plastiric è ed è stata Lucchini, anche se tu umilmente e rispettosamente ti sei definito un semplice gregario.
Piobbico, 11/11/2017
Emilio, Marco, Sergio, Roberto, Giovanni Invernizzi e Roberto Colombo
con la collaborazione di Matteo Invernizzi